Non so che origine avesse la profonda antipatia che da piccola nutrivo nei confronti di Pierrot o, meglio, dell’iconografia di Pierrot che abitava la mia mente; il suo sguardo languido, quell’aria semitramortita tra lo struggimento e lo sconforto, lo strato di trucco bianco sul viso, la lacrimuccia provocavano la mia istintiva avversione. Comunque mi incuriosiva.
Pierrot è tanto noto e amato in Francia da diventare protagonista dell’app interattiva appena pubblicata dagli infaticabili Audois&Alleuil di cui già conosciamo in questo blog la La princesse aux petits prouts, SOS Dinos en détresse, e La chasse aux fantômes, tutte in francese e inglese.
Nella nuova storia digitale Pierrot Pierrette con testo e deliziose illustrazioni di Nicolas Gouny, ci sono poesia ed interattività nascosta, celata senza alcun suggerimento, a rendere la lettura fruibile su piani diversi: una prima volta per un ascolto/lettura lineare della storia, per godere dell’atmosfera lunare, delle delicate animazioni e della musica, ed un’altra (almeno!) per esplorare le interazioni sempre piegate alla storia, volte ad accrescere il senso del libro digitale.
C’è molto da leggere in questa book app, da trovare, da scoprire; la trama non è ingarbugliata e l’asciutto testo è fine, si presta alle interpretazioni di cui abbiamo bisogno, parole che ci bastano. A cominciare dalla tristezza, di cui soffre Pierrette (la troviamo a letto con gli occhi chiusi) e che rende Pierrot tanto preoccupato per lei…può essere la mancanza d’amore, di gioia di vivere, può essere la depressione, malattia strana.
Secondo il vecchio dottore (perchè nella vecchiaia sta la saggezza di capire i mali umani) pare che l’unico rimedio per curare Pierrette sia il fiore di Luna. In questo passaggio, la tavola si fa boccia con la neve, una copiosa e leggera nevicata che, allo scuotimento dell’ipad, diventa bufera, bufera anche emotiva, per tornare poi leggera ed è sorprendente il gatto che ogni volta torna ad aggrapparsi al salvifico albero. Da notare l’occhio fisso dei due uccelli, quasi sempre in animazione autonoma, compagni d’avventura presenti in tutte le tavole ad accompagnare, come un coro greco, lo svolgimento della vicenda.
Non c’è altra soluzione possibile, Pierrot a cavalcioni su una stella cometa, con l’inseparabile gatto e la coppia di volatili, si dirige sulla luna per recuperare il fiore. La luna cresce impercettibilmente a simulare l’avvicinamento, i capelli scossi dalla cavalcata. Al suo arrivo sulla luna, noi utenti restiamo disorientati quanto lui perchè non capiamo subito quale e dove sia l’interazione nascosta… non vorrei dirvelo. Sono seria, se volete godervi l’app, smette di leggere e andate a guardare, però poi tornate eh!
Per chi vuole “tutto e subito”, invece: al touch sulla luna, c’è già una bella sorpresa, il contrasto cromatico nero/bianco si inverte, poi il testo dice “fa tutto un giro”, quindi via con il trascinamento del gatto e Pierrot, maggiore intensità maggiore velocità, diversamente dopo 180° si fermano a testa in giù, ciò fa sorridere i più piccini.
Pierrot cercando il fiore finisce per scoprire una biblioteca, ben nascosta in fondo ad un cratere, da scoprire saltando! Il libro svela la soluzione che salva…significativo non vi pare! Da questa tavola la musica si fa splendidamente sinfonica; non è il mio campo ma io ci sento anche Verdi, romantica, travolgente.
Il volume Botanica Lunare suggerisce di piantare una stella per far crescere un albero di fiori di Luna.
Salta il gatto e resta appeso, salta Pierrot con la testa all’insù e quasi con il naso all’insù anche noi, cullati dalla musica, a fissare quel buio nero cielo attraversato dalla corrente di stelle e di oggetti strambi.
La semina di stelle non da ancora risultati fino a quando, portato da un soffio di vento si materializza il fiore; Pierrot lo ha trovato, è nelle sue mani, il fiore che guarirà Pierrette dalla tristezza. La tavola è libera, pronta per ospitare il nostro disegno dell’albero di Luna; autonomamente l’albero si copre di fiori rossi che al touch volano lievi.
Si torna a casa per portare la cura all’infelice, dal petto sgorgano cuori e tornano rosse le gote dei protagonisti.
Salgono su una collina per ammirare il cielo ed esprimere un desiderio; e anch’io resto sbalordita a guardare quel bellissimo cielo…perché è in 3D!
Durante la lettura pensavo ad Astolfo dell’Orlando Furioso, che andò sulla Luna – luogo di stoccaggio di ciò che si è perso sulla Terra – per recuperare il senno del suo amico. Non sarà un caso se nel freddo spazio cosmico fluttuano ombrelli, stivali, contenitori di latta, barchette!
La voce italiana, dal forte accento francese, risulta convincente sebbene in qualche passaggio non impeccabile. Nella mia versione l’errore nel montaggio della traccia sonora su una tavola sarà corretto al primo aggiornamento dell’app.
Una bella storia non triste sulla tristezza e sul coraggio di chi sa fare di tutto per sconfiggerla.
Qui una recente intervista di Davide Calì a Nicolas Gouny, l’illustratore tardivo.